タグ アーカイブ: FENOUIL

Ve lo siete mai chiesti: perchè proprio Dakar?

Perchè Dakar? Vi siete mai fermati a pensare perchè Sabine abbia deciso di far terminare la sua avventura proprio nella capitale del Senegal? Diverse volte abbiamo provato a risalire all’origine della scelta, cercando informazioni certe. Le uniche cose che si trovano sono ipotesi.

Certo, Sabine avrà sicuramente cercato una città affacciata sul mare, con un porto che agevolasse la logistica del rientro, una città francofona. Però Dakar non è la sola. Avrebbe potuto scegliere Algeri e pensare al suo raid in modo differente, rendendo ancora più agevole il rientro in Europa.

Insomma, dopo anni di studio della corsa africana la risposta non saltava fuori. Solo ipotesi. Sensate, legittime, ma ipotesi.

Come spesso accade la soluzione del problema la si trova ponendo attenzione a come si formula la domanda, a dedicare tempo a capire cosa cercare e cosa chiedere, prima ancora di iniziare a cercare e chiedere.

Quindi dal chiederci “perchè Dakar” siamo arrivati a riformulare la domanda e a chiederci: chi potrebbe saperlo? Chi era in contatto con Sabine ed è ancora oggi raggiungibile. Con una risposta univoca che manco la Cavallina Storna il nome è saltato fuori subito: Jean-Claude Morellet, noto a tutti con il nome di Fenouil.

Fenouil è un giornalista, fotografo e motociclista francese, uno di quelli che ha partecipato sin dalla prima edizione alla pioneristica gara organizzata da Sabine e che in seguito ne è stato anche Direttore Corsa.

Gli abbiamo scritto e gli abbiamo chiesto se si ricordasse il perchè di Dakar, se ci fosse un motivo, se Sabine gliene avesse mai parlato.

I due si conobbero durante la seconda edizione della Abidjan-Nizza, quella in cui Sabine rischiò di perdersi e che gli fece venir voglia di creare una gara che avesse direzione opposta, dall’Europa all’Africa.

Fu lo stesso Fenouil, stando a quanto ci riporta lui, a suggerire a Thierry Sabine di andare a Dakar. Fenouil aveva già raggiunto la capitale del Senegal nel 1973 in sella ad una Kawasaki Big Horn (il viaggio è raccontato in “In moto a Dakar nell’inferno del Sahara” edizioni Mare Verticale).

Quindi il mistero circa la scelta della destinazione è questo. La volontà di un avventuriero irrequieto e temerario come Sabine di organizzare una gara che partisse in Europa ed arrivasse in Africa e l’esperienza di un amico fotografo, giornalista ed avventuriero che gli suggerì la capitale senegalese.

Probabilmente fra gli ingredienti che hanno reso mitico ed immortale questo raid c’è l’intuizione di partire dall’Europa, la visibilità della partenza da Parigi hanno contribuito a rendere leggendaria la gara.

Testo di Nicolò Bertaccini

 

Fenouil, l’Africa nel suo destino

E uno chapeau non basterebbe quando si incontra, si parla o si scrive di Jean-Claude Morellet, classe 1946, un’infanzia trascorsa nel Camerun. Già, l’Africa nel suo destino, ancora prima di cominciare. Una laurea in filosofia, sulle barricate a Parigi, nell’inquieto, 68 francese, entrò nella redazione di “Moto Journal”, la rivista più importante del settore. Da grafico era passato alla mansione di tester. La trasformò in condizioni estreme. Proiettò le prove delle moto su lunghe distanze, soprattutto in terra africana. In qualche modo contribuì ad alimentare lo spirito nuovo dell’avventura, raccolto ed esaltato da Thierry Sabine.

fenouil-1979

Fenouil durante l’edizione inaugurale della Dakar 1979

I due personaggi si conobbero alla Abidjan-Nizza, fecero amicizia. Quando Sabine decise di imboccare la strada della grande avventura, fu Jean-Claude a fargli cambiare idea su quel-la che Thierry prefigurava come Dakar-Città del Capo. Non pensando quindi a Parigi che, dal punto di vista mediamo, sarebbe stata la città, palcoscenico ideale per una manifestazione di tale portata. Fu Morellet ad effettuare le ricognizioni con una Yamaha XT 500 fornitagli dalla Sonauto.

Alla “prima” non poteva non esserci. Da tecnico esperto quale era decise che la moto giusta sarebbe stata una bicilindrica, più pesante ma più performante della “mono” nipponica, Casa con la quale aveva già sottoscritto un impegno. Avrebbe dovuto infatti essere uno della squadra Yamaha con Neveu, Auriol, Comte, Olivier… Chiese alla BMW un mezzo. La richiesta venne accolta e girata al preparatore-collaudatore Herbert Scheck.

Dakar sfortuna quella del 1982, conclusa con un ritiro

Dakar sfortuna quella del 1982, conclusa con un ritiro

Per affrontare la maratona scelse la R75 stradale. Poche le modifiche, serbatoio maggiorato, tutto il resto di serie. Due le BMW al via nella prima edizione del 1979, quelle di Morellet e Scheck. Andò male, il tedesco si fermò quasi subito, così pure Jean-Claude, troppo fragili si dimostrarono i mezzi allestiti in fretta e in maniera superficiale. L’intuizione di Morellet si rivelò troppo avanti, doppietta Yamaha con Neveu e Comte. Nel 1980 Jean-Claude, che ormai tutti chiamavano familiarmente “Fenouil”, portò la bicilindrica di Monaco di Baviera al quinto posto assoluto, mentre nel 1981, l’anno del trionfo di Auriol, si piazzò quarto.

Aveva visto lontano. Il suo curriculum alla Dakar segnò un ritiro, con la BMW GS nel 1982, un 9° nel 1983, l’11° con la Yamaha 600 XT Ténéré e un altro ritiro (BMW 1000 GS) nel 1985. Dalle moto passò all’abitacolo delle auto, come navigatore. Nel 1987 finì terzo con Shinozuka con la Mitsubishi e si ritirò l’anno dopo con Zaniroli su una Range Rover. Nel 1989 lo chiamò la Peugeot. Si classificò quarto con Frequelin, sulla 205 Grand Raid nel 1989, mentre nel 1990 coronò la sua carriera con il secondo posto al fianco di Bjorn Waldegaard.

Feouil e Scheck 1983

La vita da corsa di “Fenouil”, avventuriero, giornalista, romanziere, fotografo, è soltanto una scheggia di quanto è riuscito a compiere. Organizzò, tra le tante gare, il primo rally di Tunisia nel 1980 e soprattutto inventò il Rally dei Faraoni in Egitto nel 1982. Una gara seconda soltanto alla Dakar. Quando il padre di Thierry Sabine, Gilbert, decise di passare la mano e mollare il timone della grande corsa, pensò subito a lui “Fenouil”. Era il 1994. Un anno soltanto, ma fu una scelta dettata dalla continuità. Raid, libri, articoli, fotografie… “Fenouil”, lui stesso un personaggio da romanzo.

Testo tratto da “Dakar l’inferno nel Sahara” di Beppe Donazzan edito da Giorgio Nada Editore

Il team Ufficiale BMW Dakar 1981

Il team BMW ufficiale alla presentazione della Dakar 1981: Fenouil, Auriol e Neimer.
special tsk www.passion-dakar.com

Cyril Neveu Dakar 1979

Cyril Neveu scortato da “Fenouil” durante la prima Dakar 1979

BMW 980 Dakar 1983

Le 3 BMW 980 ufficiali di Auriol, Fenouil e Loizeaux in un momento di riposo alla Dakar 1984