Hubert Auriol… “l’africano” Re della Dakar

Continuiamo a parlare di Dakar e dei suoi personaggi…. noi trattiamo di emozioni e tra i tanti piloti che hanno donato grandi emozioni vogliamo parlare di uno in particolare. Un pilota che forse ha regalato la più toccante emozione nel raid africano. Forse i più nostalgici lo hanno già capito, altri lo hanno riconosciuto dalla foto, lui è Hubert Auriol un centauro capace di eroiche gesta sportive e al contempo un grande uomo soprattutto per le scelte che ancora oggi sta portando avanti.

Auriol nasce ad Addis Abeba nel 1952, a 21 anni viene folgorato dalla passione per la moto avvicinandosi alle specialità del motocross e dell’enduro ma in seguito il suo cuore viene rapito, forse anche per il richiamo alle sue radici, dalle mitiche gare nei deserti africani diventandone un vero specialista tanto da meritarsi l’appellativo di “l’African” .

Hubert prende parte al suo primo Rally Dakar nel 1979, seconda edizione di questo evento, vincendolo poi per due volte in sella ad una BMW R80 GS nel 1981 e 1983. Nel 1992 colleziona il tris, questa volta non in sella ad una moto ma vincendo il Raid nella categoria auto con una Mitsubishi Pajero.
Sarà il primo pilota a vincere la Dakar nelle categorie moto e auto. E’ l’infausto destino che gli impone il passaggio alle auto. Durante la disputa della penultima tappa dell’edizione del 1987 della Dakar Auriol, in sella alla sua Cagiva e al comando della classifica generale, decide di prendere una scorciatoia lasciando la pista battuta. Questa decisione lo catapulta verso un maledetto infortunio: Hubert non si accorge di alcune radici di un albero investendole in pieno con i piedi, trovandosi così a terra con entrambe le caviglie “distrutte”.

Fortunatamente, viene trovato da un equipaggio in auto al quale chiede di rimetterlo in moto: Auriol percorrerà gli ultimi tragici 20 km della tappa con le caviglie rotte, senza poter cambiare marcia e cercando di domare la sua moto.

Una riflessione nasce spontanea: perché finire la tappa? Ti avevano trovato, potevano chiamare i soccorsi, potevi chiamarli tu.. Cosa ti ha spinto a compiere un gesto così eroico?

Forse solo il dottor Costa con una delle sue “parabole” può spiegare tanto coraggio e determinazione. Per dovere di cronaca la vittoria di quella edizione andò a Cyril Neveu in sella ad una Honda, ma l’ impresa di Auriol sarà ricordata come la più bella vittoria morale della Dakar. Lo stesso Auriol disse alla televisione italiana, in un messaggio indirizzato la suo team manager e a tutti i dipendenti Cagiva: “Roberto (Roberto Azzalin, ndr), digli che abbiamo battuto la Honda”.

Attualmente Auriol con la sua più che trentennale esperienza nei raid africani, dal 2008 organizza l’Africa Race dopo essere stato direttore della Dakar dal 1995 al 2004 quando ancora questa transitava dalle terre d’Africa. Si tratta di un evento internazionale che assume i valori iniziali dei grandi Raids, aperta a professionisti e amatori e che oltre a ripercorre le vecchie vie della “Nobile Dakar” ha scopi umanitari, coinvolgendo Governi, industrie e popolazioni delle regioni attraversate. Sono forse in quei valori che lo hanno portato a compiere quegli ultimi 20 km che oggi Hubert ha voluto tramutare in veste di organizzatore, seguendo l’esempio di Sabine e non cedendo alle lusinghe mediatiche o commerciali. Perchè il vero spirito della Dakar è quello che oggi Hubert porta avanti nella sua manifestazione.
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