Andrea Balestrieri e il podio alla Dakar 1986

È stato l’unico italiano fra gli ufficiali a non vincere una prova speciale alla Dakar 1986, ma alla fine Andrea Balestrieri è risultato il migliore con la terza posizione assoluta dimostrandosi un gran passista. Dote riconosciutagli per lo meno quanto quella di navigatore d’eccezione.

«Ho finito la gara a due ore e quindici minuti da Neveu spiega Balestrieri e posso dire esattamente dove ho preso questo ritardo: un’ora e mezza se n’è andata nel Ténéré e dintorni, un’altra mezz’ora proprio giunti quasi al confine con il Senegal, a Rosso, dove ho sbagliato pista. Ne ho presa una apparentemente parallela, che invece mi ha portato fuori strada. Però a quel punto dovevo tentare anche se il distacco era importante e non c’erano molte possibilità di recuperare sui bicilindrici di Neveu e Lalay».

Tu hai avuto, dopo la gara, la possibilità di provare tutte le moto protagoniste quest’anno nel test organizzato per la stampa. Quali sono state le tue impressioni?

«In due parole posso dire che la Yamaha FZ 750 ha una potenza esagerata, ma una curva di utilizzazione sfavorevole, oltre ad essere troppo pesante. E’ un mostro difficile da guidare, quindi complimenti ad Olivier La Yamaha mono è più o meno simile alla nostra Honda. Complessivamente si equivalgono. La Honda bicilindrica ha una buona potenza, distribuita molto bene, ma si può lavorare ancora sul telaio, mentre la BMW mi ha sorpreso complessivamente: ottimo motore, ottima coppia, buona guidabilità. Non deve stupire, in effetti: prima con Auriol poi con Rahier, BMW ha fatto moltissima esperienza, ora la sfruttano.

Fonte motosprint