Suzuki DR 800 Z BIG 1989

Anche la gialla Suzuki di Gaston Rahier è praticamente uguale alla moto già vista nell’edizione della Dakar 1988. I più sostanziosi interventi riguardano il motore, maggiorato fino a 810 cc aumentato di potenza ed addolcito contemporaneamente nell’erogazione per migliorarne il comportamento sin dalle minime aperture dell’acceleratore.

Carter in magnesio, nuovi carburatori e nuovo sistema di filtro d’aria incrementano la respirazione del propulsore. Inalterato l’esclusivo sistema di raffreddamento SACS ad aria più olio, con grande circolazione del lubrificante nella testa e nel cilindro.
La distribuzione è monoalbero con quattro valvole e doppia accensione per accelerare la propagazione del fronte di fiamma. Cambio cinque marce e frizione in bagno d’olio. La potenza supera i 65 cavalli con una coppia sostanziosa di ben 8,7 Kgm sin dai bassi regimi. 

Il serbatoio principale è realizzato in alluminio come quelli posteriori, per contere il più possibile il peso, ora ridotto a 151 Kg a secco secondo le dichiarazioni ufficiali.

La linea simile alla DR Big normalmente in vendita, è caratterizzata dal pronunciato “becco”, carenato per migliorare l’efficienza aerodinamica.

Il telaio è monotrave in acciaio al cromo-molibdeno con culla sdoppiata sotto il motore con una nuova geometria e disposizione dei pesi per migliorare la guidabilità, per altro già molto buona.

La geometria della sospensione posteriore è stata rivista per variare la progressione dell’ammortizzatore e la forcella è stata sostituita con un’altra maggiormente dimensionata, di più ampia escursione e ricavata dal “pieno”. Il serbatoio supplementare di destra è stato ridotto nelle dimensioni per alloggiare il lungo terminale di scarico realizzato completamente in titanio.

Gaston Rahier concluderà la Dakar 1989 all’undicesimo posto, Charbonnier 14°.

Yamaha YZE 750 1991

Per Stéphane Peterhansel il 1991 segna l’inizio della consacrazione. L’alba di una lunga serie di successi che lo porterà a diventare il pilota con più vittorie alla Parigi Dakar. Quell’anno la Yamaha gli mette sotto la sella una autentico bolide, la YZE 750 T OWC5, un bicilindrico da 800 cc erogante 75 cv con un peso a secco di 185 kg., modello che ha gettato le basi per le successive vittorie del pilota francese.

 

Suzuki DR 800 BIG 1988

Gaston Rahier sulla Suzuki Big 800 Marlboro alla Parigi Dakar 1988, dove si classificò al 9° posto dietro a Findanno.

Cagiva Elefant 900 1990

Siamo alla Partenza della Parigi Dakar 1990 e Edi Orioli si presenta al via con una nuova Cagiva che sembra da subito nata sotto un’ottima stella. Peterhansel è messo fuori corsa nel Ténéré, Neveu squalificato, Lalay cade. Le Cagiva di Edi Orioli e di Alessandro “Ciro” De Petri imperversano nelle tappe desertiche e prendono il volo. Orioli passa in testa a Ghat e consolida definitivamente il suo vantaggio con la tappa di Agadez che ha attraversato tutto il Ténéré. Per il friulano è il secondo successo, dopo quello con la Honda nel 1988, ed è anche la prima vittoria della Cagiva dopo sei partecipazioni.

Cagiva Ligier 750 1985

La Cagiva debutta alla sua prima Parigi Dakar nel 1985 con questa Ligier 750 che montava motore Ducati Pantah da 748 cm³, alimentazione: Dell’Orto PHM 40 che erogava una potenza di circa 70 cv e la spingeva a una velocità di circa 175km/h. Piloti: Hubert Auriol – Racing, Giampaolo Marinoni e Gilles Picard.

foto di Alessandro Casnedi

http://sassao.altervista.org

Honda XL 600 1984

La Honda si presenta molto agguerrita alla partenza della Parigi Dakar 1984, la nuova versione della XLR monta un motore leggermente aumentato nella cilindrata e portato a 630 cc che sviluppa una potenza di circa 46 CV pure peso di circa 145 kg. Si tratta forse di una delle moto meglio preparate, in quanto Honda France ha lavorato a strettissimo contatto con la Casa Madre.

Progetto Ecureuil ERS 1000

Nel 1987 si presenta al via una moto dal progetto estremamente interessante, la Ecureuil 1000 ERS ideata nel 1986 da Joel Guilet (a suo tempo pilota Bol d’Or Ducati) su iniziativa del giornalista e driver Pierre-Marie Poli.
Dotata di BMW motore boxer raffreddato ad aria 1020 cc, 80 cv / 6500 giri / min (preparazione del motore fatto da Arcueil Motor).

Serbatoio 64 litri realizzata in gomma morbida,
Peso a secco 170 kg a secco e 250 kg con il pieno,
Velocità 195 km/h.

L’originalità del ERS 1000 risiedeva nel suo telaio modulare e carbonio tutto smontabile molto rapidamente, in soli sei minuti si accedeva al motore e alla trasmissione. Questa funzionalità permetteva la possibilità di modificare la distribuzione del peso e di variare l’interasse. Il progetto verà portato alla Parigi Dakar anche nel 1988 e 1989.

Moto Guzzi V75 1986

E’ il 1986 e al via della 8a edizione della Parigi Dakar partecipano anche una schiera di Moto Guzzi sulla carta agguerritissime, motore 4 valvole della V75 e circa 62 cv di potenza permettevano alla moto di Mandello del Lario di raggiungere i 170 km/h.

 Team ufficiale seguito dall’importatore francese, i piloti erano l’italiano Torri e i francesi Drobecq e Rigoni. La moto sembrava avere un buon potenziale: si comportatò bene nel prologo, ma poi fu afflitta da problemi di affidabilità. In particolare soffrì di frequenti problemi alla trasmissione, soprattutto al giunto cardanico probabilmente messo in crisi dal cinematismo della sospensione.

Yamaha FZT 750 1986

Nel 1985 Jean Claude Olivier, famoso pilota enduro nonché Presidente della Yamaha Motorsports Francia, decide di realizzare un prototipo per correre nel deserto, partendo dal motore 4 cilindri in linea utilizzato sulla FZ 750. Dopo aver risolto alcuni problemi di gioventù che causavano cedimenti strutturali del telaio nella zona dello sterzo, il progetto venne modificato e finalmente nel 1986 è pronta per il via della Parigi Dakar.
Utilizzando il motore Genesis la della versione stradale il prototipo denominato FZT aveva una potenza vicina 100 CV, ma con un notevole peso (circa 300 Kg) e una discutibile manovrabilità non garantiva di essere competitiva.
Ovviemente non soddisfatto dalle prestazioni della moto, Olivier chiede ai tecnici giapponesi di sviluppare un motore ancora più potente ma che avesse una range di utilizzo migliore per la guida nel deserto.
I tecnici giapponesi gli spedirono in Francia due motori 920 cc 4 cilindri, e la Sonauto preparò due moto chiamate YZE 920. Queste due moto furono portate in gara da Jean Claude Olivier e Serge Bacou nella Dakar del ’87.
Bacou si classificò settimo, JCO guadagnò la undicesima posizione – rallentato da alcuni guai fisici procuratosi qualche tempo prima della partenza, – riuscendo comunque ad arrivare terzo in una tappa. 

*Il mostro del deserto* aveva un motore 4 cilindri, 5 valvole per cilindro, raffreddato a liquido, con una potenza di ben 85 cv.

La moto è equipaggiata di un serbatoio del carburante anteriore da 55 lt. e da 20 lt. posteriormente. All’anteriore lavora una forcella Kayaba da 43 mm con 300 mm di escursione. Il monoammortizzatore posteriore ha un’escursione di 300 mm. Il sistema di navigazione è Yamaha Corse con roadbook elettrico. Le gomme sono Michelin Desert.
La YZE 920 si tratta molto probabilmente di una delle moto più potenti che ha mai preso parte al Raid più impegnativo al mondo.

Honda NXR 750 1989

In Giappone quando decidono di fare una moto vincente non scherzano e sanno decisamente come fare. La Honda NXR 750 è un vero e proprio prototipo creato per vincere la gara più dura del mondo.
La Honda si presentò al via con la NXR 750, una bicilindrica 8 valvole di 780 cm³ capace di sviluppare oltre 75 cavalli, con un peso a secco intorno ai 160 kg: il risultato fu che Neveu e Lalay conclusero al primo e secondo posto.
L’anno successivo Neveu fece il bis, davanti a Edi Orioli. Il friulano vinse nel 1988 la sua prima Dakar in sella alla stessa moto usata da Neveu l’anno precedente, mentre nel 1989, Lalay portò al quarto successo consecutivo l’ultima evoluzione della NXR. Nel 1990 Honda decise di non proseguire con questa esperienza.