Ecureuil BMW Dakar 1989

Utilizzando i motori ufficiali BMW bicilindrici boxer di 1020 cc, il team Ecureuil si ripresenta alla Dakar 1989 con la stessa rivoluzionaria moto utilizzata l’anno precedente. Prerogativa della moto francese è l’avvenieristica monoscocca realizzata in materiale composito di fibre di carbonio e kevlar, che sostituisce l’usuale telaio in tubi.

L’intera scocca pesa solo 6 kg ed è scomponibile in tre pezzi: quello anteriore sostiene la forcella, quello superiore funge anche da serbatoio principale e quello inferiore racchiude motore, cambio e attacco del forcellone. In caso di rottura durante la gara, lo stesso pilota può smontare il motore. Il cannotto di sterzo è regolabile nell’inclinazione per adeguarlo alle caratteristiche del percorso. 

Le principali modifiche rispetto al modello precedente riguardano l’attacco superiore degli ammortizzatori debitamente rinforzato, ed il fissaggio del forcellone, ora più robusto e meglio dimensionato. La forcella è di tipo “rovesciato” con escursione di 300 mm, il forcellone è in lega leggera ed agisce su due ammortizzatori posti molto in avanti per accre-scere l’escursione della ruota posteriore che è ora di 280 mm.

Il peso a secco dichiarato è inferiore a 170 kg; un risultato davvero notevole dovuto al massiccio uti-lizzo di leggero materiale compo-sito. Il motore tedesco è accredi-tato di una ottantina di cavalli a 6500 giri; distribuzione ad aste e bilancieri con due sole valvole per cilindro, accensione elettro-nica ad anticipo automatico anch’esso elettronico e carburatori Bing a depressione da 40 mm. La frizione è a secco, il cambio è a cinque rapporti e la trasmissione finale ad albero.

Moto di Francesco Fermani
Foto di Alessio Corradini

Suzuki DR 750 BIG Dakar 1988

TIME MACHINE – I nostri inviati hanno scovato in Francia il Team Suzuki che stava testando la nuova monocilindrica con cui la casa di Hamamatsu tenterà di recitare il ruolo di protagonista alla prossima Parigi Dakar ’88.
Dalle indiscrezioni sembra abbia una cilindrata record di 750 cc ed una potenza di circa 65 cv. Interessante il tipo di raffreddamento misto aria/olio. Dalle foto la moto non ha ancora una livrea definitiva, ma sembra, da voci bene informate che un munifico sponsor di sigarette sia interessata a mettere i suoi adesivi su quel ampio serbatoio.
I piloti che sostituiranno i fratelli Joineau e Michele Rinaldi saranno il belga Gaston Rahier, André Boudou e l’italiano Giampiero Findanno.

 

Honda EXP-2 Dakar 1995

Sicuramente con la semplice sigla di Honda EXP-2 ben pochi capiranno di cosa sto parlando, ma questa moto fu una delle novità più interessanti presenti nel parco gara della Granada Dakar (sigh) del 1995. La moto partorita dal genio dei progettisti Honda, non era sicuramente la prima 2T progettata per il deserto (come abbiamo visto con la KTM 495 del 1981) ma è stata concepita per essere rivoluzionaria e vincente.

Al suo debutto non solo vide le spiagge di Dakar, ma addirittura Jean Brucy concluse con un ottimo quinto posto assoluto, seconda Honda al traguardo (dietro a Meoni) e prima indiscusso nella categoria sotto i 500 cc: un risultato eclatante per un prototipo nato da un progetto nuovo e considerando anche che la moto era di soli 400 cc, monocilindrica per giunta!
Ma per quale motivo questa moto era rivoluzionaria? Per prima cosa la ’Honda EXP-2 è stata progettata per avere l’iniezione elettronica, un’utopia per quei tempi, e la combustione quindi avviene senza l’utilizzo della candela (che è presente ma viene attivata solo a regimi particolarmente bassi), spiegato in modo molto semplicistico…era come un diesel!

L’utlizzo di questa tecnologia permetteva al motore di sprigionare ben 54 cavalli, poco meno di 20 rispetto alle rivali di 800 cc quattro tempi, ma pesava oltre 100 Kg in meno delle rivali, aveva consumi decisamente inferiori e mediamente attestati addirittura attorno ai 3 l/100 Km nel ciclo misto ed attorno ai 6 l/100 Km in gara.

Resta ancora un mistero capire perché questa moto, dalle potenziali enormi, non ebbe alcun seguito nelle competizioni a seguire.

KTM 495 Fenwick 1981

Sulla storia di questa KTM Fenwick Dakar ormai si è detto tutto. Nel 1981 la KTM dell’importatore importatore francese “Royal Motor” prepara e iscrive quattro KTM 495 alla Parigi Dakar.
Queste moto, originariamente destinate al motocross, si sono dimostrate molto efficaci nonostante la tecnologia 2T e i relativi consumi non le favorissero, obbligandole a serbatoi mastodontici per aumentare l’autonomia.
Vennero affidate ai piloti Gilles Francru (#25), Yann Cadoret (# 26) , Elia Andreoletti (#27) e Philippe Augier (# 28).
Una sola KTM concluse la gara, quella di Gilles Francru che si classificò in un’ottima 5a posizione finale.

Gilera RC 600 1991

Presentata nel 1989, la Gilera RC 600 è dotata di motore monocilindrico da 569 cc, erogava 48 cv a 7.250 giri, ed aveva distribuzione bialbero a quattro valvole comandate da una cinghia dentata in gomma, l’albero monolitico con biella a cappello, il raffreddamento a liquido e l’accensione elettrica digitale e il telaio a monoculla.

Alla Parigi Dakar del 1991 i piloti, Luigi Medardo e Roberto Mandelli si classificarono 7° e 9° nella generale!

Team Honda Dakar 1985

Il team Honda alla Parigi Dakar del 1985: Andrea Balestrieri #93, Alessandro De Petri (Ciro) #94, Cyril Neveu #95, Gilles Lalay #96, uno squadrone che non ebbe gran fortuna, Neveu fu il migliore al traguardo classificato 5°, Lalay 15° Balestrieri e De Petri si ritirarono.